Oggi vogliamo dare una "smossa" ai nosti lettori: mettiamo a vostra disposizione il nostro BLOG per permettervi di scrivere una breve storia a lieto fine dove trionfi il sentimento che ritenete più importante. La migliore verrà scelta dalla nostra prof.ssa di lettere e premiata.
Dai! Datevi da fare, ci sarà un premio da ritirare nella nostra classe.
Carissimi,aspetto le vostre storie!!!!!!!!!!
RispondiEliminaSono la prof. che ha "gettato " i suoi alunni in questo innovativo concorso del blog.
Colgo l'occasione per ringraziare la Polizia di Stato per questa grande opportunità.
"Il nuovo arrivato"
RispondiEliminaE' arrivato in classe in una fredda mattina di gennaio,non lo aspettavamo.Non si trovava bene nella scuola che frequentava.Non sembrava affatto spaventato o timido o timoroso,solo che se ne stava immobile vicino alla lavagna,i pugni serrati intorno alle cinghie dello zainetto,un bel sorriso.Commenti,risatine,sguardi curiosi:la classe era in fermento.Anche lui ci osservava attento,concentrato,sentendosi,credo,come merce in vetrina.Lo guardo ora,"il nuovo arrivato",le ciocche brune,scompigliate ed un sorriso personale,contagioso.E' alle prese,insieme agli altri maschi,con la solita partita di calcio,rincorre la pallina d'alluminio e passando,per gioco,mi nasconde l'astuccio.Siamo stati bravi ad accoglierlo facendolo sentire a suo agio,parte di un tutto.E' stato bravo ad integrarsi regalandoci la sua simpatia.M'ha detto che non si sente mai solo qui,mai in più,mai di troppo;si sente sicuro,a casa, come in famiglia.A volte ci fanno sedere in circolo per guardarci,per raccontarci,così giorni fa,mentre eravamo intenti a sistemare le sedie una vicino all'altra,in posizione di uguaglianza,ho posato lo sguardo sul nuovo arrivato e subito m'è venuta in mente una bella commedia che ho visto un po' di tempo fa.-Ecco!-Mi sono detta sorridendo.-Abbiamo aggiunto un posto a tavola!-E mi sono sentita contenta e più ricca. (dedicata a fabrizio)
C’era un ragazzo che si chiamava Andrea. Aveva quindici anni ed era un ragazzo riservato e pieno di sentimenti. Non aveva amici,infatti considerava i ragazzi della sua età troppo immaturi. Cercava spesso di stare con le ragazze,ma quelle lo snobbavano senza pietà. Odiava andare a scuola,non per le materie o per i professori,ma per i propri compagni. Ma un giorno la sua vita cambiò. Era una mattina come le altre,e nella classe di Andrea c’era la solita confusione prima dell’inizio della lezione. Con il suo solito urlo entrò la professoressa Martinelli –Ragazzi!Silenzio!
RispondiEliminaMa nella sua voce c’era un tratto di felicità,che Andrea trovò molto strano come tutti i suoi compagni di classe. La professoressa entrò,seguita da una ragazza che cercava di non farsi notare.
“Questa è una vostra nuova compagna di classe,si chiama Silvia e si è appena trasferita!” Esclamò la Martinelli. Andrea alzò lo sguardo e rimase a bocca aperta vedendo la bellezza della ragazza.
I suoi occhi si persero tra lo sguardo di Silvia. Durante la ricreazione la osservò con occhi persi e la mente vuota. Silvia se ne stava in disparte a mangiare un pezzo di pizza. Qualcosa spinse Andrea ad avvicinarsi. “Ciao,io sono Andrea.”,quelle parole uscirono dalla sua bocca come un vento forte.
Silvia sorrise,dopodiché parlarono per gli altri cinque minuti,che ad Andrea sembrarono ore. Dopo la ricreazione,Andrea pensava solo a Silvia,e la sua mente riascoltava la sua voce. Da quel giorno iniziarono a frequentarsi. Silvia aveva lo stesso carattere di Andrea,forse era per questo che riuscivano a comunicare,spesso con lunghi silenzi. Andavano al parco insieme,facevano i compiti insieme e qualche volta si mangiavano anche una pizza. C’era una panchina,al parco dove andavano sempre,che adoravano. Ogni volta si sedevano li’ a parlare per ore e ore. Con il tempo Andrea si rese conto di amare Silvia e un pomeriggio come gli altri,sulla loro panchina,le sussurrò “Ti amo,e voglio essere il tuo principe per sempre,e vorrei che tu fossi la mia principessa”e la baciò. Ma Silvia dopo un istante staccò le labbra da quelle di Andrea e,con una lacrima disse “Io non posso essere la tua principessa” “Perché non puoi?”Andrea lo disse con voce ferma. “Andrea,io sto morendo. Ho un tumore ai polmoni e mi rimane solamente un mese di vita.” Le lacrime iniziarono a scendere sulle guance di Andrea,e Silvia lo segui’ a ruota. Si abbracciarono e parlarono di quella malattia,cercando di calmarsi. Andrea da quel giorno in poi,cominciò a starle più vicino per distrarla e anche per distrarsi lui. Ma ogni notte il terribile pensiero che non avrebbe più potuto abbracciare Silvia,né parlare con lei sulla loro panchina. Qualche settimana dopo Silvia mori’. Andrea era disperato e non parlava più,tanto che un giorno la mamma gli disse “Basta,Andrea. Tu devi ricominciare a vivere,perché la vita continua” Il giorno dopo a scuola,durante la ricreazione,una ragazza della sua classe,Valentina, si sedette vicino a lui. Uno sguardo,un sorriso,e l’inizio di una nuova vita.
Non è mai detta l’ultima parola
RispondiEliminaC’era una volta una famiglia molto povera che viveva in un paesino di provincia, la famiglia era costituita da tre fratellini, la madre e il padre..... un giorno si scoprì che il fratellino più piccolo aveva una grave malattia cardiaca, una MALFORMAZIONE CONGENITA progressiva.
Il bambino dovette lasciare la propria abitazione e stare per molti giorni lontano dai propri familiari ricoverato all’ospedale di Firenze . Passò lunghi giorni di sofferenza e dolore, da un giorno all’altro poteva morire.
Era un ragazzo di piccola età e proprio per questo non riusciva a sopportare tutto il male che lo aveva colpito.
La sua speranza di vivere rinacque quando il dottore gli disse che era il primo della lista in attesa di trapianto e avevano trovato un cuore per lui.
Finalmente arrivò il giorno dell’intervento.
L’operazione sembrava non finire mai e proprio per questo l’ansia dei genitori cresceva sempre di più. Dopo molte ore uscì il dottore dalla sala operatoria dicendo ai genitori che l’intervento era riuscito. Poco tempo dopo il ragazzo si risvegliò tutto felice perché davanti a lui c’era la figura dei suoi genitori.
Passarono molti anni prima che il ragazzo potesse avere una vita normale ma la felicità riempì subito i cuori di tutti.
Aguzzi Chiara,
Aguzzi Cristian,
Blasi Lorenzo,
Salari Aurora,
Talucci Luca
&
Tramontano Federica,
Con un cuore di pietra…
RispondiEliminaIn tempi remoti, in un luogo lontano e sconosciuto, inizia questa storia…
Era freddo ma c’era il sole, nevicava ma non pioveva mai, era un piccolo paesetto dove io vivevo, e nonostante il continuo brutto tempo, il paese era pieno di felicità e voglia di vivere.
Si chiamava Friendly, io sono nato qui, mio padre e mia madre sono come tutti gli altri sempre gioiosi, sempre allegri, non c’è un giorno in cui qualcuno dica qualcosa che non gli vada a genio.
Pur essendo figlio di due euforici e positivi genitori, io sono nato scorbutico, scostante, pessimista, scontento e triste, sinceramente neanche in un momento della mia vita sono stato giocondo e simpatico, me lo dicono tutti e oltre a questo mi dicono che ho un cuore di pietra, ma io mi sento superiore agli altri e quindi non m’importa ciò che pensano di me.
Un giorno qualsiasi, mi alzai più contrariato del solito. Era uno di quei giorni che sembrano non finire mai, già dalla mattina appena svegli. Non ero di buon umore, quindi cominciai a insultare più degli altri giorni i mie genitori, poi i vicini, poi tutte le persone del villaggio, insultai e insultai a destra, a sinistra, nei viali, nelle strade, fino ad arrivare senza accorgermene piano, piano verso la fine del villaggio, fino ad uscire completamente dall’area friendlydiana. Nessuno mai era uscito da Friendly, o almeno nessuno dei suoi abitanti. Parlavano tutti male di quel posto, dicevano che li regnavano le tenebre, era ghiacciato, lugubre, desolato, inquietante, non c’era un animale o un albero. Poi la porta del villaggio si chiuse tutto d’un tratto e comparve una scritta: “Se un friendlydiano tu non sarai da questo luogo non uscirai”.
Continua...
Io pensai: ”Non c’è problema, io lo sono”, allora lo dissi ad alta voce, e come per magia dalla porta uscì una specie di siluro che alla sua estremità aveva una ventosa a forma di cuore. Mi accorsi che sopra c’era scritto: “Misurazione cuore-attività”, e ad un tratto la ventosa si attaccò al mio petto e cominciò a contare:” 0…” e si fermò. Poi lessi: ” La grandezza del tuo cuore non rispecchia quella di un friendlydiano, errore, errore!”
RispondiEliminaAllora provai una sensazione di paura, però mi feci forza e m’incamminai verso l’ignoto…
Cammina e cammina mi trovai di fronte ad un castello ghiacciato o forse di ghiaccio, imponente e arzigogolato. Entrai senza difficoltà, all’interno sembrava di stare in una sala degli specchi, sembrava di volare, era stupendo…Era addobbato con ghiaccio, colorato con il colore del ghiaccio. Salii le scale e m’imbattei in una stanza, la più addobbata di tutte, la più bella, era favolosa, mi piaceva proprio tanto, allora feci un respiro profondo, spalancai la porta e sentii un rumore, così la magia finì.
Era una ragazza a urlare; pelle bianca come neve, capelli lunghi cento metri azzurri come il ghiaccio raccolti con fermaglio turchese sul quale era disegnato un cristallo di neve, indossava un vestito lungo ed elegante, era bellissima, ma io trovai lo stesso un suo difetto e la offesi in modo brutale, e non mi fermai più, lei si fermò e disse:” Tu hai osato offendere la regina del ghiaccio, non meriti un cuore!”
Continua...
Detto questo, lei cercò di gelarmi il cuore, ma non ci riuscì…il mio cuore era già di pietra e la ragazza sembrò esserne terrorizzata. Dopo essere fuggito dal castello, mi sentivo morto, arido e svuotato, non sapevo cosa fare, non riuscivo a muovermi. Provai a piangere ma non mi uscivano lacrime, era strano, tutto d’un tratto mi pentii di aver sprecato la mia vita a insultare persone e a seminare discordia e odio.
RispondiEliminaPoi la porta di Friendly si aprì e ne uscì una bambina dalle trecce lunghe e bionde che senza un motivo mi abbracciò. Il suo abbraccio era così caldo e affettuoso che mi sciolse il cuore.
Il mio cuore diventò più grande che mai e così, tornato a casa, mi accorsi che i miei sentimenti ora non erano solo negativi, ero diventato buono e con un cuore grandissimo.
Mi accorsi però che non avevo lasciato un amico, un affetto, un amore da riabbracciare, nessuno sembrava essersi accorto che ero sparito, non avevo lasciato niente di me.
Avevo finalmente capito che “Essere cattivi, superbi, collerici e freddi con il prossimo, è sbagliato, bisogna aprire il nostro cuore all’amore e l’amore ci ricambierà.”
Non nevicò più a Friendly da quel giorno e non fu più freddo, io ricominciai a vivere, così tutti si accorsero di me.
Fine.
Anna Sofia Faraglia I^C scuola media Basilio Sisti Rieti.